È possibile parlare con i defunti? Sono uno psicologo e ho il dovere di seguire un rigore scientifico all’interno della mia professione, sebbene queste tematiche ultraterrene mi abbiano sempre affascinato.  Nel corso della vita può capitare di imbattersi in storie raccontate nei libri, o che accadano eventi di varia  natura come incontrare persone che ci permettono di avvicinarci a certi argomenti fino a scoprire la  probabile esistenza di mondi “altri”. È ciò che mi è capitato quando un amico mi ha consigliato il libro di  Fernando Sinesio, uno psicologo che ha dedicato la vita allo studio della medianità.  

Come me, anche Fernando è chiamato a seguire un rigore scientifico in ciò che fa. E’ un ricercatore e ha  tentato di trovare una connessione tra la ricerca scientifica e il fenomeno della medianità. 

Personalmente non posso esprimere una concreta opinione sull’esistenza di un fenomeno tanto  controverso, né sapere attraverso quali canali e modalità essa si possa esprimere. Ho però il piacere di  riportare un’interessante intervista con Fernando e sottolineare la grande disponibilità e trasparenza che  ha dimostrato nell’affrontare tutte le richieste da me avanzate. 

Intervistatore: Prima di iniziare, vorrei chiederti le motivazioni che ti hanno portato ad affrontare questo  tipo di studi. 

Fernando: Mi chiedi di mettermi a nudo subito (ridendo)? Allora, di base c’è sempre stato un forte  interesse per la conoscenza. Da giovane comprai un libro di Einstein, che mi appassionò moltissimo. Sono  sempre stato interessato ad una profonda conoscenza della realtà e per trovarla è necessario cercare oltre  il visibile. Inoltre mi ha sempre appassionato la psicologia, perché è un mezzo per lenire il dolore delle  persone, così ho capito che avrei dovuto studiarla. Se ci pensi, la medianità è legata al lutto e quale  persona, se non lo psicologo, possiede le competenze nel trattare un tale argomento, inserendolo nella  propria professione? Tutto è motivato dal desiderio di aiutare le persone a lenire il loro dolore. 

I: Parlami un po’ di ciò che stai facendo in questo momento… 

F: Abbiamo istituito il gruppo di ricerca sulla medianità, il GRIM, con il dott. Patrizio Tressoldi e la dott.ssa  Laura Liberale affilati all’ateneo patavino. Inizialmente si pensava che la medianità fosse dovuta a capacità  telepatiche, Patrizio ha svolto molti studi su questo argomento. Poi però quando entri in contatto con i  medium capisci che c’è molto di più e la telepatia non riesce a spiegare i fenomeni che osserviamo. La  medianità è una realtà oramai accertata in tutto il mondo, per cui l’obiettivo del nostro gruppo non è quello  vi verificarne l’esistenza, ma di studiarla da un punto di vista fenomenologico, allo scopo di comprenderla  meglio. La domanda che ci poniamo è: i medium trovano le informazioni sui defunti da qualche parte, o gli  vengono “consegnate” da entità coscienti? 

Per valutare la veridicità delle informazioni che i medium forniscono durante gli esperimenti abbiamo  dovuto ideare un protocollo che tenesse conto del fatto che molti falsi medium utilizzano strategie da  mentalisti (i cosiddetti col-reader), cioè utilizzano trucchi psicologici per ottenere le informazioni da colui  che richiede il consulto. Per cui lavoriamo in quadruplo cieco.

I: Cosa vuol dire? 

F: Significa evitare che il medium tragga vantaggio dall’interazione con il richiedente facendo in modo che i  due non entrino mai in contatto. I consulti avvengono al telefono e io, che intervisto il medium, prendo le  parti del richiedente che non partecipa al consulto medianico. Inoltre ognuno dei ricercatori possiede  un’informazione parziale. C’è chi contatta il medium, chi recluta il partecipante (richiedente il consulto) eio  che ricevo via mail i nomi dei defunti che sottopongo al medium. Nessuno conosce le informazioni degli  altri ricercatori, io ricevo solo dei nomi e non conosco nessuna informazione sui defunti, tantomeno sui loro  congiunti. Poi quando il medium fa il consulto, trascrivo quello che viene detto, cercando di togliere le parti  più emotive per non influenzare il partecipante e tutte le frasi generiche come “Il defunto di invia un  abbraccio”perché chiunque potrebbe considerarle veritiere. Il richiedente poi legge la trascrizione così  formattata e ci invia un feedback rispettando una precisa procedura di assegnazione di punteggi che  descrivono l’accuratezza delle informazioni. 

I: Quadruplo cieco è veramente complesso… Prima mi hai parlato di telepatia. Ma che differenza c’è tra  telepatia e medianità?  

F: Questa domanda ci porta ad una riflessione interessante. A noi interessa capire come arrivano le  informazioni al medium. Il medium trova le informazioni da qualche parte, come in un archivio, oppure gli vengono consegnate? Se vengono consegnate vuol dire che c’è una partecipazione attiva da parte  dell’aldilà. Le informazioni vengono trasmesse al medium attraverso un passaggio di energie? È un discorso  complicato. Poi ci sono anche altre evidenze: quelle che noi chiamiamo informazioni nuove. In questo caso  il medium fornisce delle informazioni di cui nemmeno il richiedente è a conoscenza. Se poi vengono  verificate, concludiamo che la telepatia non centra nulla. Oltretutto la telepatia è la spiegazione più  semplice a cui giungere quando non si riesce a spiegare un fenomeno così evidente come la medianità.  Inoltre non esistono ricerche in grado di dimostrare che usando la telepatia sia possibile fare quello che  fanno i medium. Uno dei criteri che ci aiuta a descrivere la differenza che esiste tra la medianità e la  telepatia è quindi la presenza di informazioni “nuove”, che poi vengono appunto verificate. 

I: Altri criteri per stabilire la differenza tra medianità e telepatia esistono? 

F: Il fatto che io scelga casualmente un nome, tra quelli che mi vengono proposti, come potrebbe innescare  il collegamento telepatico tra la mente della medium e il richiedente? Potrebbe anche accadere, ma non ci  sono prove scientifiche a sostegno. Quindi si conclude che sia un fenomeno di tipo medianico. 

I: Una domanda che mi è sorta leggendo il tuo libro: tutti possono diventare medium o può sviluppare  questa capacità solo chi già la possiede dentro di sé? 

F: Non sono così ferrato su questo aspetto, ma mi hanno riferito che la medianità è una capacità di tutti. C’è  chi nasce più o meno dotato. È un po’ come suonare il pianoforte: tutti possiamo farlo, poi c’è chi a soli tre  anni si è seduto ad un pianoforte ed è diventato Elton John. È una capacità trasversale, può appartenere a  tutti, ma che può essere presente in grande quantità in una persona. In questi casi è così potente da  esprimersi da sola. 

I: Tu hai mai chiesto ai medium come vivono la loro capacità? In che modo avviene il contatto medianico? 

F: Nessuna di loro è in grado di spiegarmi nulla e quando ci provano mi danno informazioni diverse. Per tornare all’esempio precedente è come chiedere a Elton John: “Come fai a cantare così bene?” Secondo me  i medium vedono e sentono… per ciò che è la mia esperienza. Vedono il defunto e lo sentono parlare. Io mi 

sono chiesto quale sia lo stato mentale in cui entrano quando sono in una seduta medianica. Quindi ho  chiesto di descrivere la differenza che c’è tra lo stato di coscienza durante il contatto medianico e lo stato di  coscienza normale. Nessuno mi ha saputo rispondere. Per cui la faccenda non mi è chiara e dovrò indagarla.  Potrebbe essere utile studiare quali aree del cervello si attivano durante la canalizzazione. 

I: I medium vedono o sentono sempre, o devono concentrarsi per canalizzare i defunti? 

F:È variabile. Pochi sono “invasi” dal defunto. Qualche medium mi racconta che alcune volte il defunto  arriva mentre sono da soli o stanno dormendo. Ma sono cose molto rare. Le persone che conosco hanno un  grande controllo rispetto alla medianità, ma non so se hanno imparato a controllarsi o se è sempre stato  così.  

I: A proposito della nascita della medianità. Si sviluppa già da bambini? 

F: L’eziologia della medianità è variabile. Alcune persone se ne sono accorte da bambini, altre invece  l’hanno sviluppata dopo un trauma. 

I: La medianità è legata anche ad altre capacità, come comprendere profondamente le persone? 

F: Parli di una forma di empatia nei confronti del richiedente? Questo non so dirtelo. Però se i medium  arrivano a conoscere delle parti profonde del richiedente è perché è il defunto a comunicarglielo. Ora  stiamo facendo delle sperimentazioni con una donna che riesce a leggere anche la coscienza dei vivi con  risultati interessanti, quindi chissà se insieme alla medianità non ci siano altre capacità di diverso tipo. È un  campo così complesso, faccio già fatica a studiare la medianità… 

I: Grazie per la tua disponibilità… 

Questa intervista probabilmente non permette di avere risposte a tutte le domande che potrebbero  sorgere. In questo caso invito a leggere il libro di Fernando Sinesio “Al di là del conosciuto” edito da Amrita.  Sebbene ci siano spunti e ricerche svolte dall’autore, anche in questo caso molte domande potrebbero  rimanere senza risposta.  

Non mi sento di esprimere un giudizio rispetto all’esistenza della medianità, ma ciò che rimane è  sicuramente una grandissima sete di curiosità. Spero, con questo articolo, di avere trasmesso il medesimo  interesse. E chissà di non potere, in futuro, avere una spiegazione definitiva rispetto a questa vasta  dimensione. 

Articolo di Nicola Conti
Psicologo, ipnologo e Psicoterapeuta

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Commenti su: È possibile comunicare con i defunti?
  • 18/09/2022

    Sentire la fine di qualcuno prima che accada e senza i presupposti. Ascoltare e vedere persone inesistenti in momenti complicati della vita. Questo mi è accaduto.

    Reply

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